L’eco nazionale del suo post che istigava alla gogna contro animaliste e vegane (donne) deve avergli fatto capire di essersi spinto decisamente oltre e nel giorno di Santo Stefano, a meno di 24 ore dal messaggio in cui sostiene che alle donne basterebbe un rapporto sessuale per non rompere le scatole all’uomo, Sergio Berlato, consigliere regionale di Fratelli d’Italia-AN, ha provato a difendersi.
“Sono io la vittima degli insulti e delle minacce degli animalisti”, ha scritto nella stessa pagina Facebook, che ora sta facendo il giro d’Italia, provocando richieste a Giorgia Meloni di intervenire per buttarlo fuori dal partito.
Troppa la pressione sul consigliere che, nonostante all’inizio avesse rinforzato il suo post con un commento formato da 79 faccine che ridono sguaiate accompagnato da “Hanno abboccato!!!”, poi ha deciso la via (finalmente) istituzionale e ha deciso di denunciare animaliste e vegane (solo donne ovviamente) che lo avevano insultato.
“Reiterati sono stati gli inaccettabili insulti e le pesanti minacce, anche di morte, a cui sono stato sottoposto, assieme alla mia famiglia, da parte di sedicenti animalisti che mi hanno pesantemente aggredito sui social per il solo fatto di essere un appassionato cacciatore – ha scritto Berlato – Anziché denunciare alle autorità competenti gli autori e le autrici di questi misfatti per diffamazione aggravata e minacce, ho preferito ridicolizzarli attraverso la pubblicazione di una vignetta, non di mia produzione ma reperita e reperibile sul web, rivolgendomi non a tutte le animaliste che rispetto pur avendo convinzioni molto diverse dalle loro, ma solo a quelle che hanno ritenuto di farmi gratuitamente e reiteratamente dono dei loro inaccettabili insulti e delle loro gravi minacce, anche di morte. Dal momento che sia io che la mia famiglia siamo stati resi oggetto più volte degli insulti e delle minacce da parte di questi sedicenti animalisti e che questi insulti e queste minacce continuano ad essere reiterati, sarà mia cura rivolgermi alla Procura della Repubblica per veder tutelata la mia onorabilità assieme a quella dei miei famigliari. Sono stato eletto con le preferenze per tre legislature in Consiglio regionale del Veneto e per quattro legislature, sempre con le preferenze, al Parlamento europeo. La mia fedina penale è perfettamente pulita e la mia credibilità personale e la mia correttezza sono attestate anche dal consenso che mi viene ripetutamente dimostrato dai miei numerosissimi elettori. Saranno le autorità competenti a verificare chi veramente abbia oltrepassato i limiti della legalità e della decenza”.
Anna Bianchini