di Anna Bianchini
A modo suo voleva difendersi dagli attacchi di animalisti e vegani, ma è scaduto con la complicità di chi lo ha addirittura sostenuto senza fargli notare la gravità del contenuto di quella vignetta.
Una volta la politica era una cosa seria e le sfide a chi la pensava diversamente erano fatte a colpi di contenuti. Ora i politici vanno sui social e offendono, a volte istigando violenza contro chi la pensa in modo diverso, altre volte offendendo, altre ancora mettendo alla gogna. Senza mai mettere in discussione sé stessi, ovviamente. E poco importa se è Natale e fino al giorno prima invocavano presepi e tradizioni, quel che conta è annientare l’avversario, a qualsiasi costo.
In tempi in cui i rappresentanti istituzionali sembrano pervasi da idiozia adolescenziale ed estremo bisogno di consenso dal basso, dove uno slogan o una foto sbattuti sui social vengono confusi con una delibera, ennesima dimostrazione del fatto che, per difendere l’onore dei cittadini, ai politici dovrebbe essere fatto divieto di esprimersi via social, arriva da Sergio Berlato. Mister 10.374 voti, il più eletto alle ultime regionali, esponente di Fratelli d’Italia-AN, ha sbroccato anche lui e per l’ennesima volta ai cittadini con un quoziente intellettivo che va appena sopra l’astinenza da spritz viene voglia di chiedersi: “ma davvero ci meritiamo questo? Cosa abbiamo fatto per ridurci così?”
Il post di Berlato non lascia spazio all’immaginazione e come nei peggiori bar di periferia, lascia intendere che se le donne a lui antagoniste (ovviamente vegane e animaliste essendo lui il paladino dei cacciatori), trombassero di più non romperebbero le palle.
Sia chiaro, che vegani e animalisti siano spesso violenti nei toni ed eccessivi negli attacchi, è fuori discussione, ma è altrettanto chiaro che loro non sono consiglieri regionali, rappresentano sé stessi o al massimo il circolo sotto casa e non hanno sulle spalle il peso e la faccia di 10.374 elettori e di un partito politico. Possono dire quello che vogliono e fare pessime figure insomma, cosa che un politico invece non dovrebbe fare.
La vignetta postata da Berlato, in risposta alle tante offese e agli attacchi (anche volgari) ricevuti da donne animaliste e vegane (uomini no, sia mai…), presenta una donna dal ginecologo, con una ragnatela nella vagina, simbolo evidente dei suoi mancati rapporti sessuali. Rapporti che, secondo il consigliere, di sicuro servirebbero a ‘domare’ la loro inclinazione a veganesimo e animalismo.
“Dedico questa vignetta a tutte le signorine animaliste e vegane che in questi giorni mi hanno fatto dono dei loro insulti e delle loro minacce, solo per il fatto che sono un appassionato Cacciatore”, è il testo del post di Berlato, con 3 faccine che ridono a sottolineare la ‘comicità’ del post e la C di cacciatore maiuscola.
A questo punto, sorge spontanea una domanda: Consigliere Berlato, a nome di donne che hanno combattuto qualche battaglia ci dica, lei pensa che basti un pene tra le gambe per farci traballare nelle nostre certezze e nel nostro impegno in quello in cui crediamo? Dal suo post si direbbe di sì. La pensano così anche sua moglie, sua figlia, sua madre? O forse a loro basta un pene per cambiare idea su quello che ritengono essere importante? Ci piacerebbe conoscere il pensiero di chi condivide la vita con un uomo, rappresentante istituzionale, che cerca consenso condividendo pensieri di questo tipo.
Di certo comunque la pensano come lei le oltre 200 persone che hanno messo ‘mi piace’ al suo post, accompagnandolo magari con gli auguri di Natale, con bacini e cuoricini. E se qualcuno si è limitato a ridacchiare e rispondere con gli auguri, altri sono andati ben oltre, rincarando la gogna ma soprattutto evidenziando che la politica non è più una cosa seria.
I commenti
“Ci sono molti provocatori, ma non possiamo scendere al loro livello – è il commento di Maria Cristina Caretta, deputato di Fratelli d’Italia, che non commenta il post in quanto non l’ha visto, ma non se la sente di condividere la posizione del collega rappresentante istituzionale – Mi lascia veramente basita, non so in che contesto abbia pubblicato il post. Ci sono varie posizioni, anche opposte e ognuno risponde in base al suo modo di essere, ma di certo non si può scendere a certi livelli”.
“Purtroppo questo è il livello del signor Berlato – ha sottolineato Federica de Pretto, presidente Enpa della sezione Thiene-Schio – Lo avevamo appurato in più occasioni. Questo post è talmente basso che è anche difficile commentarlo. Dal canto mio, rivendico il diritto di essere animalista e vegana senza dover subire gli insulti di una persona che, non avendo argomenti, si rifugia nel sessismo istigando i suoi sostenitori in modo da sentirsi più forte”.
Anna Bianchini