Vicenza prima in Veneto nella raccolta firme per dire all’Europa ‘Stop al cibo falso’.
“16mila firme raccolte in provincia, su 98mila in tutta la Regione, un risultato memorabile che evidenzia l’attenzione dei cittadini consumatori ed il grande impegno dei produttori vicentini”, ha commentato Martino Cerantola, presidente di Coldiretti Vicenza.
E’ stato raggiunto l’obiettivo di 1,1 milioni di firme raccolte tra tutti i cittadini europei per chiedere alla Commissione Ue di estendere l’obbligo di indicare l’origine in etichetta a tutti gli alimenti con la petizione europea ‘Eat original! Unmask your food’ (Mangia originale, smaschera il tuo cibo) promossa dalla Coldiretti assieme ad altre organizzazioni europee.
È quanto reso noto in occasione del Forum Internazionale dell’Agricoltura e dell’Alimentazione di Cernobbio con la consegna da parte del presidente della Coldiretti Ettore Prandini e della delegata nazionale dei giovani agricoltori Veronica Barbati al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte di un ‘maxi assegno’ simbolo dello storico traguardo dall’iniziativa dei cittadini europei (Ice) autorizzata dalla stessa Commissione con la Decisione (UE) 2018/1304 pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea. Un’iniziativa che gode del sostegno di numerose organizzazioni e sindacati di rappresentanza.
“Un successo strepitoso ottenuto soprattutto grazie all’impegno del nostro Paese – ha commentato Cerantola – Siamo orgogliosi che Vicenza abbia risposto così attentamente, contribuendo in modo significativo al raggiungimento del risultato finale, con oltre 16mila firma raccolte. L’Italia, complessivamente, ha raccolto l’85% delle firme, ottenute grazie all’impegno di cittadini e rappresentanti delle istituzioni della politica, dello sport, della ricerca, della cultura, per obbligare la Commissione ad assicurare la trasparenza dell’informazione sui cibi in tutta l’Unione Europea, dove rischiano di entrare in vigore nell’aprile 2020 norme fortemente ingannevoli per i consumatori”.
Un vero e proprio fronte per la trasparenza che, forte del milione di firme raccolto in tutti i Paesi, non può essere più ignorato da una Ue, che ha avuto sinora un atteggiamento incerto e contradditorio, obbligando a indicare l’origine in etichetta per le uova ma non per gli ovoprodotti, per la carne fresca, ma non per i salumi, per la frutta fresca ma non per i succhi e le marmellate, per il miele, ma non per lo zucchero.
“Nello specifico – ha aggiunto Cesare Magalini, direttore di Coldiretti Vicenza – l’iniziativa dei cittadini si prefigge di rendere obbligatoria l’indicazione del paese di origine per tutti gli alimenti trasformati e non in circolazione nell’Ue, senza deroghe per i marchi registrati e le indicazioni geografiche e per quanto attiene agli alimenti trasformati, l’etichettatura di origine deve essere resa obbligatoria per gli ingredienti principali se hanno un’origine diversa dal prodotto finale. La petizione chiede, infine, di migliorare la coerenza delle etichette, inserendo informazioni comuni nell’intera Unione circa la produzione ed i metodi di trasformazione, al fine di garantire la trasparenza in tutta la catena alimentare”.
“L’Italia è all’avanguardia in Europa proprio grazie al pressing della Coldiretti, che ha fatto scattare anche l’obbligo di indicare in etichetta l’origine per pelati, polpe, concentrato e degli altri derivati del pomodoro – spiegano da Coldiretti – Il 13 febbraio 2018 era entrato in vigore l’obbligo di indicare in etichetta l’origine del grano per la pasta e del riso, ma prima c’erano stati già diversi traguardi raggiunti: il 19 aprile 2017 l’obbligo di indicare il Paese di mungitura per latte e derivati, dopo che il 7 giugno 2005 era entrato già in vigore per il latte fresco ed il 17 ottobre 2005 l’obbligo di etichetta per il pollo Made in Italy mentre, a partire dal 1 gennaio 2008, vigeva l’obbligo di etichettatura di origine per la passata di pomodoro”.
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