La crisi di Governo che stiamo seguendo racchiude in sé molti aspetti che sarebbero interessanti da analizzare per fare in modo che tanti annunci fatti via social, a mezzo stampa e nei comizi, non disorientino il cittadino che segue quanto sta accadendo.

Vorrei iniziare con quanto riportato nell’Art.1 della nostra Costituzione che alcuni esponenti politici citano volutamente in modo parziale:” … La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della costituzione”. L’omissione più comune sull’esercitare la sovranità rispettando la costituzione è il punto di rottura fra un’informazione più o meno corretta.

Quotidianamente sentiamo affermare che stiamo vivendo un inciucio, viene calpestata la volontà popolare. C’è chi chiede elezioni subito, si raccolgono firme per andare a votare.

Ma come funziona la sovranità popolare esercitata nelle forme e nei limiti della costituzione?

La volontà popolare tanto declamata, si riferisce al risultato delle elezioni politiche. Quindi i risultati alle elezioni europee o amministrative non invalidano automaticamente quelli emersi dalle elezioni politiche. Possono trasmettere il sentore del momento, ma non concludere una legislatura che la costituzione prevede duri di norma 5 anni.

Il governo si regge sulla maggioranza parlamentare, quindi non è corretto denunciare il non rispetto della volontà popolare perché governerebbe la minoranza, non sarebbe possibile. Attualmente in parlamento il M5S è la prima forza politica con il 32,7%, il PD è il secondo partito con il 18,8 %, la LEGA è il terzo partito con il 17,4%, da questi dati è evidente che il governo minoritario non sarebbe certo quello che si prospetta, ma è evidente che sia il governo appena decaduto che quello ventilato, sono nel pieno rispetto della carta costituzionale dal momento che siamo in una democrazia parlamentare.

Attualmente, quindi, il governo potrebbe cambiare anche più volte nell’arco di una legislatura, purché ci sia sempre una maggioranza parlamentare che lo sostiene.

Altro tema caldo è la richiesta di andare a nuove elezioni. La decisione spetta al presidente della Repubblica dopo aver sentito i pareri dei presidenti di Camera e Senato nel momento in cui si è verificata l’impossibilità di avere una maggioranza in parlamento. Piazza e raccolta firme non portano al voto.

Questo è ciò che sta avvenendo. È evidente che nel confrontare le dichiarazioni che sono state rilasciate da tutti i componenti delle varie forze politiche, si trovano delle macroscopiche contraddizioni che ai Cittadini possono piacere oppure no, ma facciamo in modo di essere anche noi puntuali ad interessarci della politica e non il contrario, solo in questo modo potremmo essere decisivi. Nessuno dei nostri rappresentanti politici può esimersi dal fare un mea culpa su quanto sta accadendo, ma se realmente la sorte degli Italiani è al centro del loro interesse è arrivato il momento che inizino un nuovo ciclo che si basi sull’onestà intellettuale verso i cittadini informando correttamente, come ha fatto il capo dello stato dopo le prime consultazioni e non manipolando la costituzione a proprio piacimento.

Andrea Nardello

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