Era in lista d’attesa dal 14 novembre 2018 per una terapia antalgica, ma quando l’ospedale l’ha chiamata per iniziare il percorso per alleviarle il dolore, Luigina Sacco era già morta.
“Ha sofferto molto”, ha spiegato il marito Piercarlo che fino all’ultimo aveva sperato che la sua sposa potesse essere presa in carico in tempo dalla Ulss 2 di Treviso, nel distretto di Villorba.
Quella che all’inizio sembrava doveva essere un’attesa di 30 giorni, si è protratta fino al 18 luglio. Ma Luigina non ce l’ha fatta ad aspettare ed il 2 maggio scorso, se n’era andata, portata via dall’alzheimer.
8 mesi per una terapia che sarebbe dovuta essere quasi immediata, per alleviare le sofferenze di una donna morente e già in cura da 4 anni, ricoverata in una casa di riposo che l’ha accudita nei momenti finali della sua vita.
Piercarlo Sacco non prova rancore, ma auspica che quanto è successo alla sua Luigina non debba succedere ad altri.
Alle telecamere di AntennaTre ha raccontato una storia di ritardi: “Lo dico perché questo andazzo, di messa in lista d’attesa, per tutti quanti è una grossa pena ed è anche una grossa pecca per la nostra sanità. La terapia doveva servire per alleviare almeno i dolori, mia moglie aveva un problema di Alzheimer e non era semplice, stava male ma non si capiva dove arrivassero. Le cure vanno fatte, non solo messe in liste d’attesa”.