Tempi duri per la Sanità veneta che colpo dopo colpo vede scalfirsi il suo pregiudizio di eccellenza.
A finire nel mirino dell’Anac (l’autorità anti corruzione) questa volta sono i pasti serviti negli ospedali, con lo stop a Serenissima. L’appalto da 303,5 milioni di euro è da rifare e a stabilirlo è il Consiglio di Stato.
Roma insomma, che mette di fatto un freno ad Azienda Zero, il ‘colosso’ veneto della sanità, cioè la macchina amministrativa che governa le 9 Ulss locali e da sola stabilisce i criteri di organizzazione della Sanità regionale, comparto che gestisce oltre l’80% del bilancio della Regione.
L’Anac di Raffaele Cantone ha detto “stop” e il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso presentato nel gennaio del 2018 dalla italo-tedesca Dussmann Service di Milano, azienda concorrente di Serenissima, che aveva denunciato ad Anac “allarmanti anomalie” nel concorso, facendo notare come fosse alquanto strano che nonostante gli specifici requisiti richiesti dal disciplinare di gara sia sempre la stessa società ad ottenere il massimo punteggio.
Secondo Dussmann, la normativa degli appalti e le direttive europee che tutelano la partecipazione di piccole e medie imprese alle gare non sarebbero state rispettate e per favorire Serenissima sarebbe stato fatto un bando cucito su misura su Serenissima, l’azienda vicentina della ristorazione.
Dusmann ha fatto ricorso su 3 dei 6 lotti, ma Azienda Zero ha deciso di proseguire sui 3 restanti. Ora è arrivato lo stop definitivo.
Da Anac è arrivata anche la contestazione rivolta allo smantellamento delle cucine presenti negli ospedali, procedura che ha avuto un costo di 700mila euro a carico delle Ulss e che secondo l’ente anti corruzione non ne avrebbe considerato l’effettivo stato di funzionamento. Contestata anche la decisione di Azienda Zero di concedere tutti 6 i lotti a Serenissima invece di escluderne la concessione ad un’unica società.
A.B.