La Procura di Vicenza vuole capire se nella galleria di Malo della Pedemontana, oggetto di scontri politici e proteste di abitanti esaperanti dai rumori assordanti, oltre che ambienalisti che la ritengono colpevole di strage di uccelli, sia tutto legale.
Se quanto fatto sino ad ora sia compatibile con le leggi e se tutto scorra alla luce delle regole. Pare nasconda qualche sospetto serio il blitz da parte di una decina dei carabinieri forestali, che ieri non è passato inosservato a Malo. I militari hanno passato al setaccio i cantieri a partire da Malo, in località Vallugana, annotando qualcosa che verrà vagliato dal pm Cristina Carnuchio. Massimo riserbo da parte degli inquirenti della Procura di Vicenza, ma pare sia nato un nuovo filone d’inchiesta, che potrebbe essere scattato sulla base delle numerose denunce che, da tempo, mettono ‘in croce’ anche l sindaco di Malo Paola Lain.
Al vaglio la compatibilità ambientale
Dei residenti esasperati dallo scoppio di mine dentro alla galleria, anche di notte, si è scritto sui giornali come un fiume in piena. Una quarantina di abitanti, assieme al Covepa, avevamo presentato ricorso al Tar del Lazio, per bloccare i lavori della galleria, contro il ministero dell’ambiente, Sis, Regione Veneto, commissione tecnica di Via e la società Superstrada Pedemontana Veneta. Il ricorso è volto all’annullamento della variante della Galleria della Pedemontana Veneta di 7 km tra Malo e Castelgomberto in Provincia di Vicenza. In particolare vuole travolgere l’approvazione del “Progetto “Lotto 1 tratta C che riguarda la Variazione Progettuale dal Km 11 + 190 al Km 17+000” con la modifica delle fasi di scavo della Galleria Naturale di Malo, approvata dalla Commissione Nazionale di Valutazione d’Impatto Ambientale. Per i ricorrenti si tratta di una variante sostanziale al Progetto Esecutivo in violazione dei precedenti vincoli ambientali che tutelavano le aree dove risiedono da un cantiere particolarmente distruttivo, rispettate anche dal Commissario straordinario per la costruzione dell’opera in carica fino al 2016, ma disattese nel recente parere del 2018, dalla Regione Veneto e dal Ministero dell’Ambiente, che esso stesso le aveva emesso nel 2006. Si trattava di vincoli ambientali e paesaggistici che tutelavano la zona di cantiere della galleria di sicurezza situata nella località di Val Lugana in comune di Malo.
le mani legate di Paola Lain
Come può un sindaco duellare con un colosso come la Sis? Come possono i cittadini prendersela perennemente contro i primi cittadini, che non contano nulla, quando di mezzo ci sono i migliori studi legali. Che pur di portare avanti la loro missione economica, non guardano in faccia a nessuno. Nemmeno ad un sindaco, come Lain, che li affronta per dare voce ai propri cittadini. Questo è un realtà che le persone non addette ai lavori si ostinano a non comprendere: cosa può fare un sindaco, contro chi senza battere miglio ‘butta’ 400mila euro, quasi a sfregio, per pagare l’albergo agli abitanti che si lamentano? Come può un singolo Comune ‘suicidarsi’ contro un ente superiore, quale la Regione Veneto, che della Pedemontana ne ha fatto un cavallo di battaglia?
strage di uccelli con la Pedemontana
Un procedimento penale potrebbe scattare anche per la strage di uccelli che si sta consumando lungo il cantiere della Pedemontana, come denunciato a più riprese dalla Lipu e dal consigliere regionale Andrea Zanoni. Quest’ultimo si era attivato già nel 2018, rivolgendosi anche alla Regione affinché si attivasse per mettere fine alla moria di volatili, che si schiantavano nei pannelli a vetri, della Pedemontana. Sua un’interrogazione – ricorda – che fa seguito a una doppia segnalazione della Lipu, il 27 maggio 2016 e il 22 marzo 2018. La Giunta Zaia sta brillando per inefficienza: in aula, due settimane fa (ndr lo scorso 20 marz9, ovvero dopo quasi un anno, l’assessore De Berti mi ha risposto dicendo che sono state messe delle sagome soltanto nelle aree della Rete Natura 2000. Una misura largamente insufficiente e un comportamento doloso: la Regione rischia una denuncia penale, prevista dall’articolo 30 della legge 157/92 sulla tutela della fauna selvatica. Tra gli uccelli morti dopo violentissimi impatti contro le barriere trasparenti della Pedemontana ci sono specie protette come pettirosso, tortora dal collare, passero d’Italia, verzellino, capinera, quaglia, merlo, piccione, rondine e codirosso e altre superprotette a livello internazionale anche dalla Convenzione di Washington come allocco, sparviere e barbagianni. Faccio notare che per l’uccisione di questi ultimi animali la legge 157 prevede anche l’arresto da due a otto mesi”.
di Redazione AltovicentinOnline