Nel mondo un paziente su 10 è colpito da un’infezione legata all’assistenza sanitaria. Basti pensare che in alcuni paesi fino al 70% delle iniezioni viene fatto in modo inappropriato e poco sicuro, riutilizzando ago e siringa.
Ecco perchè lo slogan della Giornata 2019 per l’igiene delle mani, che si celebra il 5 maggio, è ‘Cure sicure per tutti – Clean care for all-it’s in your hands’. Obiettivo dell’iniziativa, lanciata dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) e sostenuta anche dall’Istituto superiore di sanità (Iss), è garantire condizioni di salute migliori, prevenire e controllare le infezioni.
In Italia, sottolinea l’Iss, circa l’8% dei pazienti ha contratto un’infezione collegata all’assistenza, per un totale stimato di più di mezzo milione di pazienti con infezioni ospedaliere l’anno. Le più frequenti sono quelle respiratorie, seguite da batteriemie, infezioni del tratto urinario, e del sito chirurgico.
I microrganismi responsabili più comuni sono Escherichia coli, Klebsiella pneumoniae, Pseudomoas aeruginosa, e Staphylococcus aureus, spesso multiresistenti agli antibiotici e contro i quali vi sono poche armi efficaci. Uno studio dell’Ecdc (Centro europeo per il controllo delle malattie) ha stimato che le infezioni legate all’assistenza sono responsabili di più morti di quelli causati da tutte le altre malattie infettive sorvegliate in Europa, anche se almeno la metà sono prevenibili applicando procedure adeguate. L’igiene delle mani, insieme all’igiene ambientale e al corretto uso degli antibiotici sono i pilastri per prevenirle e controllarle. Lavarsi le mani è anche il provvedimento a più basso costo e quindi il migliore investimento. Cinque i momenti in cui le mani devono essere sicuramente pulite, secondo le linee guida dell’Oms: prima di toccare il paziente, prima di eseguire procedure sterili, dopo essere stati esposti a fluidi corporei, dopo aver toccato il paziente e dopo aver toccato le cose intorno a lui.