Il bando viene disertato ed i medici di base vanno e vengono con disagi enormi per paesi ad altissima presenza di anziani. E’ emergenza nella Valle dell’Astico, dove da Arsiero e Valdastico i due sindaci stanno lavorando per sistemare una situazione della quale è già stata messa al corrente la Ulss 7. Perchè pur non essendo l’argomento di loro competenza è ai primi cittadini dei paesi interessati dal problema che per primi si rivolgono gli abitanti, soprattutto quelli anziani, che sono destabilizzati dal turn over di medici che si stanno avvicendando nella Valle, dopo il pensionamento dello storico medico di paese che si divideva nei vari comuni di montagna.
A lanciare l’allarme per primo nei giorni scorsi è stato il sindaco di Valdastico Claudio Guglielmi che non ci sta più al sentimento di scoramento che provano gli abitanti del suo comune dopo il pensionamento del dottore Busato, che alla fine dell’anno scorso, ha lasciato i suoi pazienti per il meritato riposo. ‘Da allora – denuncia Guglielmi – si sono avvicendati ben due medici con i paesani più anziani che speravano di avere un punto di riferimento duraturo per la loro salute, che ad una certa età va monitorata da chi, dopo esserne entrato a conoscenza delle diverse patologie, si ritrova a dovere cedere il posto al successore. Quest’ultimo non avrà il tempo di studiare i suoi nuovi pazienti perchè si ritroverà ad andare via. Una situazione precaria che va risolta, sulla quale sono impegnato da mesi e mesi perchè non sopporto di vedere le persone più fragili della società, quelle più anziane, più indifese e bisognose di attenzione, in balia di questa emergenza. Vengono da me con gli occhi pieni di uno sconforto misto a smarrimento, che non è sopportabile in una società civile, dove ad un cittadino che ha lavorato un’intera vita, pagando tasse carissime, deve essere garantita un’assistenza medica non ballerina come abbiamo in paese’.
E’ d’accordo con il collega anche il sindaco Tiziana Occhino di Arsiero, che lotta anche lei da mesi e mesi per il proprio paese, che è comunque privilegiato rispetto a tanti altri per la presenza della Medicina Integrata, che garantisce un presidio dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 20, con sabato e prefestivi dalle 8 alle 10. ‘Ci sentiamo fortunati ad avere questo punto di riferimento che provvede anche alle cure primarie, ma qui il problema è un bando che va deserto per un medico di base che non può avvicendarsi ogni tot di mesi, con pensionati che si ritrovano a dover raccontare la loro storia clinica, a volte delicata, ad uno sconosciuto che non diventerà mai familiare perchè non fisso. La colpa è del bando che va deserto, occorre una razionalizzazione sulla quale mi sono già confrontata con la dottoressa Alessandra Corò, che non ha preso sotto gamba il problema, anzi, ci ha promesso impegno. E’ chiaro che sarà necessaria una razionalizzazione alla quale sto già studiando’.
‘Credo di non avere telefonato solo a Papa Francesco – racconta il sindaco Guglielmi, con tono esasperato di chi però non demorde – ho parlato con la dottoressa Corò, con altri medici ed ho persino contattato la segreteria di Domenico Mantoan, direttore generale dell’area sanitaria della Regione Veneto, che so essere molto legato al nostro territorio. Non mi arrenderò fino a quando il mio paese non avrà un medico di base adeguato alle esigenze di una popolazione sempre più sensibile dal punto di vista dell’età. Anziani, che spesso parlano solo il dialetto e che hanno bisogno di personale adeguato alle loro esigenze. Esseri indifesi, che non vogliono niente dalla vita, solo invecchiare con dignità. Stiamo parlando di diritti primari dei cittadini’.
Il bando viene disertato perchè lavorare in montagna e dividersi tra i vari paesi non è facile anche per il più appassionato dei professionisti, che si ritrovano a percorrere strade impervie per andare a trovare anziani sempre più numerosi e impossibilitati a muoversi vista l’età. Al bando, nella Valle dell’Astico non sembra interessato nessuno e con i sostituti non si può andare avanti. Dalla Regione Veneto, suggerisce qualcuno, dovrebbe essere cambiato il bando e aggiungere che si tratta di paesi ‘disagiati’, quindi il compenso sarebbe più alto ed invoglierebbe maggiormente.
Il progetto di un distretto unico
‘In certe realtà d’Italia, alla luce dell’aumento degli anziani, fenomeno tipico dei giorni nostri, a cui la sanità avrebbe dovuto reagire fronteggiando qualcosa di prevedibile – conclude Guglielmi – si parla di affiancare uno psicologo ai medici di base, proprio per garantire un’assistenza di qualità ai pensionati. Qui da noi, si registra il disastro con medici di base che non sono più quelli di una volta e che andando e venendo di continuo, stanno creando un disagio, al quale si potrebbe mettere la parola fine con un distretto unico per le nostre zone disagiate, che hanno caratteristiche particolari sia per la geografia del territorio sia per la tipologia di residenti anziani’.
L’emorragia che paralizza la Sanità Pubblica
Una ‘emorragia’ di 45.000 medici in 5 anni. E’ quella che si determinerà in Italia per effetto dei pensionamenti e che riguarderà sia i medici di famiglia sia i medici del Servizio sanitario nazionale.
Allarme ancora maggiore a 10 anni: al 2028. Allora, saranno andati in pensione 33.392 medici di base e 47.284 medici ospedalieri, per un totale di 80.676. A lanciare l’Sos sono la Federazione medici di medicina generale (Fimmg) – con una elaborazione dei dati più recenti per ANSA – ed il sindacato dei medici dirigenti Anaao.
Il dato grave, rilevano le organizzazioni sindacali, è anche un altro. Le uscite stimate per effetto dei pensionamenti non saranno comunque bilanciate dalle presumibili nuove assunzioni.
Per i medici di base, infatti, le borse per il corso di formazione in medicina generale messe a disposizione sono oggi circa 1.100 l’anno e se il numero rimarrà costante, afferma la Fimmg, ad essere ‘rimpiazzati’, al 2028, saranno non più di 11mila medici, mantenendo un saldo in negativo a quella data di oltre 22mila unità.
Quanto ai medici del Ssn la situazione non si prospetta migliore: nei prossimi dieci anni ne verranno a mancare per pensionamento 47.284.
I pensionamenti dei medici di famiglia “nei prossimi cinque-otto anni priveranno 14 milioni di cittadini di questa figura professionale”. Lo afferma il segretario nazionale della Federazione italiana dei medici di medicina generale (Fimmg), Silvestro Scotti.