Riceviamo e pubblichiamo
Sono un medico anestesista in trasferimento dall’Azienda Ospedaliera di Padova verso l’Ospedale Alto Vicentino, trasferimento fatto per scelta, controcorrente se vogliamo, dopo aver vissuto a Padova per 19 anni. Scrivo perché vorrei far sentire una voce combattiva sulla questione Ospedale Alto Vicentino.
Ci sono una serie di punti che vorrei affrontare. Medici che se ne vanno: purtroppo siamo pochi dappertutto. In questi mesi, dall’Azienda Ospedaliera di Padova, solo dal mio servizio ce ne siamo andati in 5 e senza contare chi ha vinto primariati. Fate voi le debite proporzioni, è un problema generale e non specifico di questo territorio. Su questo punto c’è davvero poco da fare, se non aspettare che si formino speriamo numerose nuove leve.
Ulss Pedemontana: una farsa. Cosa ce ne facciamo di un’Ulss senza centro Hub? L’unica cosa saggia da fare sarebbe unirsi all’Ulss di Vicenza e di Bassano facciano quel che vogliono. Basta guardare una carta geografica del Veneto per rendersi conto che è assolutamente ridicolo fare confronti con Bassano, quando l’Ospedale di Santorso è l’unico che copre un territorio tanto vasto come l’AltoVicentino, mentre Bassano, con Cittadella, Camposampiero e Castelfranco sono ammassati in un’area di 30 km. Non capisco come ancora stiamo a perdere tempo in questo tipo di diatriba, e chi organizzerà le nuove schede ospedaliere dovrebbe, molto banalmente, mettersi davanti a Google maps e aprire gli occhi. Attrattività: credo sia evidente a tutti che oggi chi si deve operare non ha problemi a spostarsi per cercare il medico migliore per risolvere il proprio problema. Ebbene, abbiamo qui degli spazi stupendi, nuovi, all’avanguardia. Sale operatorie che a Padova ci sognavamo. E abbiamo in centri come Padova (parlo di Padova perché è la realtà che io conosco, ma probabilmente la situazione è sovrapponibile in altri Hub) chirurghi costretti a saltare sedute operatorie per far spazio a trapianti o mega urgenze. Mi pare che la soluzione sia evidente anche al più cieco dei governanti: offriamo la struttura a chi può sfruttarla, a chi ha pazienti, ma non abbastanza spazio. Differenziamo l’offerta dei vari presidi, è passato il tempo in cui tutti facevano tutto.
Faccio degli esempi. Abbiamo un reparto di ostetricia-ginecologia tra i più eccellenti della regione (e non lo dico certo io, ma i numeri):diamogli il valore che merita, pubblicizziamolo, rendiamogli onore.
Vogliamo diventare super specializzati che so, in chirurgia bariatrica? Chiamiamo il chirurgo migliore e stendiamogli un tappeto rosso, dandogli spazio, sale operatorie e personale e facciamo venire qui non solo dal Veneto, ma da tutta Italia i pazienti che cercano lui. Decidiamo che so, che la chirurgia ortopedica qui farà protesica di ginocchio e a Bassano protesica di anca. Differenziamo.
Come pensiamo di pagare i costi di un project financing che ormai abbiamo comunque sul groppone, senza fare drg? Abbiamo un nuovo primario di Ortopedia che viene dalla scuola di specialità di Padova, benissimo, facciamo in modo che possa invogliare i giovani ortopedici che si specializzeranno a venire qui perché potranno lavorare al meglio.
Poche cose e fatte bene.
Questo Ospedale è giovane, fresco, all’avanguardia. Non ci sono storie: deve essere sfruttato al massimo delle sue potenzialità e i modi per farlo sono davvero molti. Bisogna che chi ha il potere di dire la sua si faccia sentire, primari, sindaci, miei colleghi, cittadini. Indipendentemente dal colore politico e dalle imminenti elezioni. Non solo per le sorti di un ospedale, ma per quelle in cui versa ormai tutto il nostro Ssn.
Elisa Bertoldi