“Io vado avanti”. Sembra deciso ad imboccare la strada dell’esproprio il sindaco di Thiene, chiudendo l’ennesima querelle in consiglio comunale sul parcheggio delle ex distillerie Fabris.
Troppo preziosa quel pezzo di terra per rinunciarci. Tutto verte sul ‘pubblico interesse’ che per Casarotto vale il giusto prezzo della battaglia, a suon di carte, da affrontare coi nuovi proprietari delle vecchie distillerie. Una scelta che, però, economicamente al momento non è totalmente quantificabile. “I rischi di ricorso alle vie legali non possono che essere considerati conseguenti alla scelta di fare il parcheggio – ha ribadito il sindaco – Questi vanno valutati attentamente alla luce del pubblico interesse che si intende perseguire”.
“pubblico interesse o danno pubblico?”
E’ quello che si è chiesto, ed ha chiesto all’amministrazione comunale, un cittadino di Thiene. Dubbi formalizzati nero su bianco da Carlo Todeschini, che chiede quanto sia plausibile uno sforzo economico del Comune “a danno dell’intera cittadinanza”. Il tutto per riappropriarsi del parcheggio anziché “con quei stessi soldi fare un investimento culturale, che favorisca l’utilizzo di mezzi alternativi per arrivare in centro”.“Ce lo chiedono i commercianti di via Trieste”, ha risposto il primo cittadino Giovanni Casarotto “oltre a valorizzare le azioni che vengono svolte in Villa Fabris”. Sul fatto di arrivare in centro senza usare l’auto, Casarotto mette l’accento sulla mobilità ciclabile intrapresa, ma “non si possono non considerare anche quei cittadini che per scelta o necessità, si servono dell’auto – ha continuato -Per questo è necessario il parcheggio”.
Casarotto: “Niente elemosina dal privato”
Fallito un primo tentativo bonario d’accordo tra pubblico e privato qualche mese fa, col consigliere di maggioranza Domenico Simonato a districarsi tra le due parti. “Il sindaco mi aveva chiesto di mediare –ha spiegato il consigliere Simonato – Ho incontrato il privato e all’inizio avevo trovato grande disponibilità. Dopo due giorni però cambiò idea e non mi ha mai spiegato perché”.
A smettere il dialogo la conta dei posti auto chiesti dal Comune “erano 30, oltre ad un posto per disabili ed all’area dove mettere i cassonetti – ha spiegato Casarotto -Ce ne volevano dare 27. Io non accetto l’elemosina e se mi fermo adesso, il privato si farebbe più forte”.
Opposizione: “Tentate ancora un accordo col privato”
Compatta l’opposizione nel sollecitare l’amministrazione a fare un passo indietro, o quanto meno rallentare sulla strada dell’esposto. “Sappiamo che in partenza saranno più di 45mila da spendere per sistemare l’area, poi le spese legali. E dopo? -ha ribadito il consigliere d’opposizione della Lega Andrea Busin – E’ uno sperpero di soldi. E’ un’opera che va contro i cittadini: cercate di andare a patti col privato, perdendo anche qualche posto auto. Se fosse il vostro di portafoglio, lo fareste? Qua stiamo parlando del portafoglio di tutti i thienesi”. Ha rincarato la dose il consigliere Attilio Schneck, usando anche doti di preveggenza circa il ricorso fatto dal privato al Tar: “Lo perderete perché Thiene non ha questa urgenza di parcheggi”. Cassata dal sindaco anche la proposta del consigliere Christian Azzolin di utilizzare quel pezzo di area di via Damiano Chiesa, vicino al parco di Villa Fabris “c’è un parcheggio che si può usare, perché la Sovrintendenza non ha finora posto alcun veto”. “Hanno detto di no”, invece secondo Casarotto.
Sindaco: “Siete ad assetto variabile”
La diatriba, tutta politica, sul parcheggio delle ex distillerie ha dato modo al sindaco Casarotto di lanciare una frecciatina all’opposizione, definendola “ad assetto variabile -continua – Con via Dante per le ex Tessari mi dite che favorisco il privato, con le ex Fabris invece mi dite che devo andare a patti col privato”.
Il parcheggio, o quella che ne resta, sta lì. Recintato da mesi ed inutilizzato. Manca ancora da capire il soldo effettivo che costerà alle casse comunali. Un conto che terrà in considerazione non solo del prezzo dell’area, che verrà stabilito dalla Provincia di Vicenza, ma anche di tutti gli orpelli del caso, battaglia legale compresa. Oltre ai quasi 45mila euro, iva esclusa, che il Comune dovrà obbligatoriamente spendere per rimettere a giardino lo sterrato, ridando al privato ciò che ora è suo.
Paola Viero