Il compito principale della Madonna oggi è trovare un lavoro e ricomporre un matrimonio in frantumi.
A Lourdes, Fatima o Medjugorie infatti, sono in crescita le richieste di occupazione e d’amore e i fedeli malati e disabili oggi sono superati da quelli affranti e disperati.
I miracoli più richiesti ai piedi della grotta? Un lavoro o la ricomposizione del matrimonio andato in pezzi. Ma si prega anche per liberarsi dal gioco d’azzardo o dal bullismo. Lourdes ha celebrato nel 2018 i suoi 160 anni: 70 i miracoli riconosciuti, alcuni milioni i pellegrini l’anno. Ma qualcosa è cambiato in questo secolo e mezzo. Viaggio nel santuario mariano che si difende dalle difficoltà economiche, dalle minacce del terrorismo ma soprattutto dalla crisi di fede. Alla grotta della Madonna il silenzio della preghiera è interrotto solo dai ‘bip’ delle carrozzelle per disabili automatizzate che fanno manovra per spostarsi. E’ questa la ‘fotografia’ del nuovo pellegrino di Lourdes: indipendente, tecnologico ma un po’ più solo. I disabili si muovono nel santuario con le loro vetture, i pellegrini scelgono il volo low-cost in solitaria piuttosto che l’affollata comitiva della parrocchia. Ma non è l’unico cambiamento: i pellegrini europei, e anche italiani, da anni hanno dirottato i loro viaggi di fede altrove. Verso Medjugorje che è più economica. O verso Fatima che è più sicura. E allora oggi il santuario dei Pirenei parla asiatico con un afflusso senza precedenti di cristiani dall’India, dal Pakistan o dal Bangladesh. Anche i negozi della cittadina francese hanno insegne che vengono da lontano e che pian piano soppiantano gli antichi negozi dedicati a Padre Pio. Lo storico Hotel Amabassadeurs, uno dei più vicini alla Esplanade dove si svolgono le tradizionali processioni con le fiaccole, ha chiuso i battenti per passare ad un imprenditore asiatico. Dentro fervono i lavori per ristrutturare l’albergo a misura dei nuovi pellegrini. Ma i lavori di ristrutturazione sono in corso anche dentro le mura del santuario, alla Accueil, l’antica casa dei pellegrini che da oltre un secolo ospita chi si reca a pregare la Madonna.
“Una volta c’erano gli stanzoni a dodici letti, poi abbiamo dimezzato le stanze che sono diventate a sei posti. Ma questo, oggi, non basta più e stiamo rifacendo ancora le stanze, che diventeranno a due o tre letti per dare alle persone e alle famiglie più privacy”, riferisce il Rettore del Santuario, padre Andres Cabes, spiegando che la crisi immobiliare e alberghiera oggi è legata anche all’eccessivo boom del passato. Tutti guardavano a Lourdes un po’ come la gallina dalle uova d’oro e sono sorti alberghi e negozi in una concentrazione che non ha pari in Francia. Non avevano fatto i conti con il terrorismo, la crisi economica e anche la crisi della fede. E ora gli alberghi a fine ottobre chiudono, quasi tutti, i battenti, per riaprire a Pasqua. Anche il santuario, con il calo dei pellegrini, ne ha risentito. Ad aggravare la situazione anche un paio di alluvioni, la più grave nel 2013, che hanno dissestato gli edifici più importanti e che hanno richiesto risorse per il loro ripristino.
Gli introiti si aggirano intorno ai 20 milioni di euro l’anno ma ci sono 110 costruzioni da mantenere e 300 dipendenti ai quali dare lo stipendio ogni mese. Per questo nel 2017 è arrivato un ex manager della Renault, Guillaume de Vulpian. Il deficit da ripianare era di 2,8 milioni di euro. “La situazione finanziaria è in miglioramento”, si limita a rispondere il Rettore alla domanda se il ‘buco’ delle entrate sia stato ripianato. La strada scelta è stata quella di rinnovare il sito, dotarlo di wi-fi, proporre più cose commerciali, dai gadget in vendita in quella che una volta era solo una libreria ai ceri per le devozioni. Ma qualcuno storce il naso di fonte a questa strategia di marketing, molto 2.0 ma che poco ha a che fare con la fede, in una Lourdes diventata troppo tecnologica e un po’ più elitaria, dove anche le fontane per l’acqua (uno dei gesti più popolari dei pellegrini era riportare dal santuario l’acqua miracolosa) sono state nascoste. C’è anche il nodo delle richieste di offerte alle grandi organizzazioni, un ‘tot’ a pellegrino, perché basarsi sulla generosità spontanea non basta più.
Gli assistenti dei malati che si recano al santuario mariano di Lourdes, in Francia, si chiamano da sempre ‘barellieri’ ma a chiedere la grazia della guarigione, o semplicemente a fare una esperienza di fede sui Pirenei francesi, c’è sempre meno gente ‘barellata’, ovvero incapace di muoversi senza aiuto di altri.
Si affacciano infatti nuove patologie, prima su tutti la depressione. Quasi tutti i malati hanno più di una malattia e uno su due è cardiopatico. Sono alcuni dei dati di una ricerca dell’Unitalsi che ha analizzato i dati pervenuti dai pellegrinaggi, nell’ultimo anno i malati che si sono recati nel santuario francese erano per il 54% affetti da malattie cardiovascolari, il 33% da malattie neurologiche, un altro 33% da malattie del tessuto connettivo e il 27% è affetto da malattie psichiatriche. “Il dato riguardante i disagi psichici è quello più nuovo, che deve fare riflettere, che richiama ancora di più il valore dell’accoglienza”, spiega Federico Baiocco, responsabile nazionale dei medici che fanno volontariato nell’Unitalsi. La depressione colpisce anche le fasce giovanili: se nel complesso dei malati trasportati a Lourdes dalla organizzazione italiana solo l’8% ha meno di 34 anni, nel caso delle sole malattie legate alla psiche la percentuale degli under-34 sale al 12%. Quello del disagio psichico dei giovani è un tema che è all’attenzione non solo dei sanitari ma da qualche anno anche del volontariato cattolico.
fonte: Ansa