Un incontro a porte chiuse al Comune di Thiene, per affrontare lo scandalo del dipendente fedifrago che lavorava all’ufficio tributi. In meno di un anno si sarebbe intascato circa 40 mila euro, facendo pagare in contanti ai contribuenti la tassa sui rifiuti.
Al momento si tratta di un conteggio molto, ma molto approssimativo. Sarà la magistratura, infatti, a fare luce sulle losche operazioni di questo impiegato che, ad oggi, ancora non si sa con certezza fin dove si sarebbe spinto.
Ieri sera il sindaco Giovanni Casarotto, la giunta, la maggioranza e diversi dirigenti hanno dovuto fronteggiare le incalzanti domande di un’opposizione agguerrita. Consiglieri di minoranza scioccati alla notizia che, nel luogo emblematico della ‘res publica’, c’era chi non avrebbe esitato a rubare. Il tutto violando un ufficio, dove la correttezza e l’equità dovrebbero regnare, oltre la fiducia dei cittadini.
Il più infuocato è stato il consigliere leghista Attilio Schneck, che ha parlato di responsabilità politiche senza mezzi termini.
A pensarla come lui anche il consigliere di Liberi a Destra, Christian Azzolin che non ci sta ad un secondo grave caso di illegalità all’interno di quello che dovrebbe essere considerato una sorta di tempio.
Luogo dove un neo assunto sarebbe stato in grado di beffare colleghi, superiori e dirigente dell’ufficio. In una stanza un po’ defilata, al piano terra, ma a pochi passi dall’ufficio della prima carica comunale.
Eppure ignari cittadini, di ogni età e ceto sociale, sarebbero entrati ed usciti, soldi alla mano, per pagare la Tari. Un andirivieni di persone senza che nessuno le fermasse o dicesse loro che la Tari non si paga in contanti.
Pasqualotto: “Sono senza parole”
Non se la sente di utilizzare i toni forti del collega Schneck ma non nasconde incredulità. Sentimento che sfocia in disorientamento per quanto sarebbe avvenuto all’interno di un Comune, non così blindato bene all’interno del sistema di sicurezza.
“Sono rimasta basita quando ho saputo che questo individuo telefonava a casa di ignari cittadini, che nel tran tran del quotidiano e con la frenesia tipica dei giorni nostri, non avrebbero potuto mai immaginare che ad invitarli al Comune, per pagare la Tari in contanti, potesse essere un dipendente infedele. Tra le ‘vittime’ anche un ingegnere che sarebbe stato contattato per sistemare la propria posizione debitoria nei confronti del Comune – queste le prime parole, all’uscita del vertice in Comune, di Paola Pasqualotto consigliere della Lega – E chi mai può mettere in dubbio la parola di una persona che lavora all’interno di un ufficio comunale? E chissà quanti avrebbero abboccato all’amo di un personaggio che ha dimostrato grandi abilità, che avrebbero ingannato chiunque, mentre al computer dell’ufficio tributi registrava quell’incasso che invece teneva per sé”.
“Ho chiesto se quest’uomo avesse problemi economici -conclude Paola Pasqualotto -Mi è stato detto che in famiglia ha una situazione tranquilla, ma a mio parere qualcosa che non va nell’esistenza di questa persona ci deve essere per forza. Lui sapeva perfettamente che prima o poi lo avrebbero beccato, ma evidentemente la smania di intascarsi i soldi ha vinto sulla ragione”.
Busin: “Se ha rubato, aveva individuato la falla”
“Non era affatto uno sprovveduto, ma un uomo che è stato in grado sin dai suoi primi giorni di lavoro, nel mese di gennaio, di individuare quella falla che gli ha consentito di portarsi a casa 40mila euro – ha raccontato a termine dell’incontro in Comune il consigliere del Carroccio Andrea Busin – Se quella falla non fosse esistita non avrebbe potuto fare i suoi comodi. Cosa non ha funzionato, e soprattutto, come è possibile che un neo assunto venga subito messo in un ufficio così importante? Sarebbe opportuno riflettere sul percorso professionale dei dipendenti comunali, che prima di approdare in certi uffici, dovrebbero fare una trafila, che dovrebbe servire a conoscerli meglio e a fidarsi di loro. Così come avviene in tutte le aziende, a maggior ragione all’interno di un Comune”.
La fermezza del dirigente
Sulla vicenda c’è il segreto istruttorio. E’ ancora in corso un fiume di accertamenti, di cui dovrà occuparsi la Procura della Repubblica di Vicenza, dove è approdata la denuncia del Comune di Thiene nei confronti del dipendente infedele.
In questo contesto emerge il comportamento della dirigente dell’ufficio travolto dallo scandalo, Paola Marchioro, che non avrebbe esitato un solo istante a sospendere l’impiegato, dopo che un cittadino aveva fatto scoppiare il caso.
Un thienese, a quanto pare di origini straniere, che dopo essere stato contattato al telefono dal dipendente fedifrago, si sarebbe recato in Comune a pagare quanto gli veniva chiesto. Non trovandolo avrebbe chiesto ad un suo collega a chi doveva dare i soldi, mettendo così in allerta l’ufficio ed il capo servizio che avrebbero subito avvisato la Marchioro.
Al vaglio anche la Tari del 2017
Seppure fosse in servizio all’ufficio tributi dai primi di gennaio di quest’anno, il dipendente infedele avrebbe messo mano anche su alcune rate della Tari del 2017.
Dopo la diffusione della notizia, infatti, c’è stata una sorta di chiamata a raccolta di tutti coloro che quest’uomo lo hanno conosciuto, consegnandogli i soldi in mano, come lui avrebbe richiesto.
Quindi il calcolo approssimativo dei 40mila euro potrebbe aumentare in maniera esponenziale. Sarà la magistratura a dirlo, nel caso dovesse scoprire che l’impiegato sospeso avesse preso di mira anche chi si trovava in una situazione pregressa di debito col Comune.
Persone che, sempre su invito telefonico, avrebbero saldato anche il conto insoluto del 2017.
Resta da capire ancora: fino a dove si sia spinto, fino a quali anni pregressi e quante persone possa avere contattato per mettere in moto un meccanismo criminale.
Ricordiamo che i reati, al momento ipotizzati, sono: truffa, malversazione, appropriazione indebita, falso e falso ideologico.
Paola Viero