“C’è rischio che prenda fuoco, altro non posso fare che svuotare quel capannone”. Una decisione drastica presa da Luca Cortese, sindaco di Sarcedo, mettendo mano al bilancio comunale “sono 25mila euro”, per svuotare un capannone costipato fino all’inverosimile di ogni sorta di rifiuto.
Tempo e pazienza esauriti quindi in Comune a Sarcedo. Ma soprattutto voglia di mettere fine a quella che è stata una vera e propria traversia. Che toglieva il sonno al primo cittadino pensando a quei barili di idrocarburi, ‘parcheggiati’ alla meno peggio vicino al cumulo di carta e legno alto quasi sei metri.
Una decisione presa dall’amministrazione comunale, dopo avere più volte sollecitato i proprietari a farlo per conto loro, ma invano. Non un solo pezzetto di carta o di plastica si sarebbe mosso da quella immensa catasta di rifiuti, pur col pericolo che nel capannone di via Europa 26 si appiccicasse un incendio. Un rischio ritenuto concreto, ed accertato sei anni fa, dai carabinieri forestali di Schio. “Una grave situazione che ci trovammo in eredità quando si insediò la nostra giunta”, precisa il sindaco Luca Cortese.
Un verbale redatto dai militari che mise nero su bianco un modo di lavorare in barba ad ogni prescrizione e norma. Poco o nulla andava bene dentro quel capannone della ditta Reato Denis e f.lli snc, composta dai soci e fratelli Denis, Ivano e Vallì.
Dalle zone di stoccaggio non rispettate, a rifiuti che non ci dovevano stare nel magazzino, perché la ditta non disponeva della necessaria autorizzazione a trattarli.
Un caos sul quale regnavano quei tre fusti di liquido infiammabile, che misero in allerta in militari inviando un rapporto finito prima in Provincia all’Arpav ed infine negli uffici comunali.
A nulla sono valse le intimazioni di mettersi in regola fatte negli anni, tanto da indurre Cortese ad emettere un’ordinanza di sospensione dell’attività, nel febbraio dello scorso anno.
Arrivando infine a pochi giorni fa, “con decisione ho voluto mettere fino a questa storia. Dopo mesi, come prevede la legge, e con senso di responsabilità, ci siamo sostituiti alla proprietà e siamo intervenuti come Comune -spiega Luca Cortese – Altro non si poteva fare, il problema esisteva da anni e non potevamo più tollerare questa situazione di palese rischio d’incendio”.
Costerà 25mila euro “La ditta dovrà pagare”
Un intervento che costerà 25mila euro. Soldi necessari per stornare le spese degli operai di Ava che faranno avanti ed indietro dal capannone di via Europa. “Ci vorranno diverse settimane per sgomberare tutto e mettere i locali in sicurezza e in ordine”,spiega ancora il primo cittadino di Sarcedo.
A lavori fatti o probabilmente anche in corso, visto il tempo che ci vorrà per tirare via la montagna di rifiuti dal magazzino, la ditta dovrà pagare il conto. In parte lo sta già pagando, coi 10mila di fidejussione che aveva a suo tempo presentato in Provincia, escussa qualche mese e che verrà stornata al Comune di Sarcedo.
“Spenderemo 25mila euro della collettività, per tutelare la sicurezza dei cittadini e dell’ambiente ma soprattutto per colpa di un imprenditore con poca coscienza – conclude Cortese – E’ ovvio che il Comune farà rivalsa e chiederà fino all’ultimo cent alla ditta, tentando di portare a casa tutti i soldi. Però se avessi potuto avrei speso i soldi per servizi ai cittadini, magari per illuminare qualche via, per un passaggio pedonale o per sistemare un parco.La piccola soddisfazione di aver sistemato un problema fermo da anni non colma il senso d’ingiustizia per aver dovuto stanziare i soldi dei contribuenti in questo modo”.
A lavori fatti o probabilmente anche in corso, visto il tempo che ci vorrà per tirare via la montagna di rifiuti dal magazzino, la ditta si troverà il conto da pagare. In parte lo sta già pagando, coi 10mila di fidejussione che aveva a suo tempo presentato in Provincia, escussa qualche mese e che verrà stornata al Comune di Sarcedo.
Paola Viero