Chiude i battenti la storica Pizzeria ‘al Granatiere’ da Gregorio a Cogollo del Cengio, forse l’anima commerciale e sociale del centro del paese. L’episodio, dettato al momento dalla necessità di ristrutturare i locali per un periodo più o meno lungo, lascia un senso di sconforto in molti cittadini, che lo vedono come un forte segnale che il commercio del paese è giunto alla sua crisi più profonda. La chiusura del noto ristorante gestito da una famiglia di origini campane che ha imparato a farsi apprezzare in tutto l’Alto Vicentino è solo l’ennesima saracinesca abbassata e il sindaco Piergildo Capovilla auspica che si tratti solo di qualcosa di temporaneo e che i gestori vogliano solo ampliare per poi riaprire più ‘in grande’. Era già toccato alla bruschetteria Da Tonin sulla statale, a Caviji e a ‘Pelado’, che era pure un albergo. Punti di riferimento della ristorazione che venivano presi d’assalto, specie nel fine settimana, da clientela di ogni generazione.
A dare la notizia con un post accorato, è stato il consigliere di opposizione Marco Zorzi, che da molti anni denuncia la crisi del commercio cogollese. E non manca la solita freccia avvelenata contro l’amministrazione di Piergildo Capovilla, che a detta del consigliere millanta una ‘rinascita’ che ancora molti si aspettano ma che sembra molto lontana.
‘Potrei stare zitto – scrive Zorzi in un lungo post su facebook – ma a me Cogollo piace e non mi posso rassegnare a ciò che vedo. Qualche festa non ha fatto rinascere Cogollo, come la maggioranza si proponeva con il suo progetto elettorale. Ma il mio non vuole essere la solita polemica di minoranza, è un pensiero da cittadino di una comunità che si sta spegnendo…e neanche tanto lentamente’.
Chiusa la pizzeria, gestita da molti anni dalla famiglia Cuomo, la situazione del commercio al dettaglio di Cogollo è davvero povera. ‘Ci rimangono 4 negozi malcontati – continua Zorzi – per un paese di quasi 3.500 anime’.
Il senso unico in centro? Non centra proprio con la morte del commercio, spiega il consigliere Zorzi. Altrimenti non avrebbero chiuso i negozi di Mosson e quelli sulla Provinciale. Ma la morte del commercio, continua, si trascina una crisi ben più sconfortante, poiché ‘reggono poche associazioni e non fosse per loro e per la Parrocchia, buio totale’.
‘E anziché agevolare – prosegue Zorzi – anche qui si distrugge: dallo smantellamento di una Pro loco, all’affossamento del Gruppo volontario raccolta usato passando per l’azzeramento del Comitato Grande guerra. Con una suonata di pianoforte il Cengio ha salutato il Centenario e con esso la possibilità di promuovere sé stesso alla faccia delle migliaia di turisti e alle decine di pullman che in compenso hanno arricchito l’Altopiano. A noi restano le briciole e la gioia per una gara del Costo dove tre quarti degli spettatori si porta il panino da casa e il quarto restante si è fermato nell’ area Prix di Caltrano…un vero toccasana per l’economia di Cogollo! E ora, mentre attendo che qualcuno mi dica che scrivo queste cose perché devo trovare un pretesto per dar contro al sindaco Capovilla, fatevi un giro tra Cogollo e Mosson e chiedete a chi per un pezzo di pane molto presto dovrà prendere auto o tram’.
M.B.