Si è appena conclusa la seduta straordinaria del Consiglio regionale veneto convocata questa mattina in Marmolada a 3 mila metri di quota nella sede del Museo della Grande Guerra nel comune di Rocca Pietore, nella stazione funiviaria di Serauta.

La disputa tra Trentino e Veneto per il possesso di Punta Rocca, quel corridoio di neve e ghiaccio largo fra i 30 ed i 70 metri è stata così rimarcata in via ufficiale dal governatore Luca Zaia, corridoio concesso dall’ex presidente trentino Lorenzo Dellai ai veneti 16 anni fa per consentire l’autonomia gestionale della Funivia Marmolada e della relativa pista di 12 chilometri.

Tutto questo a seguito del provvedimento dell’Agenzia del territorio di Roma dello scorso luglio che ritracciava i confini della Marmolada e la riassegnava al Trentino, richiamando il decreto siglato dalle due regioni nel 1982 e rimasto in vigore per anni.

‘Siamo qui per la volontà di dire fino in fondo – ha detto Zaia ai giornalisti dell’Ansa poco prima dell’inizio dei lavori – che queste Dolomiti sono patrimonio dell’umanità, sono Veneto, e soprattutto sono un grande elemento di promozione turistica e di identità per tutti noi veneti. Non siamo guerrafondai, veniamo dalla storia della Repubblica Veneta, 1.100 anni di storia e più, non siamo mai andati a far casini in giro per il mondo ma pacificatori, gente che guarda con pragmaticità alle cose. Non vogliamo fare muro contro muro con il Trentino, però dal 1778 è chiaro che nel ghiacciaio sono fissati i confini. Finché il ghiacciaio non era produttivo non interessava a nessuno, adesso è sport invernali, sci estivo, quindi è ovvio che oggi è interessante. Noi dobbiamo andare avanti a difendere i confini del Veneto’.

Durante il consigli Zaia ha invece puntato il dito contro l’inefficienza dello stato italiano e della sua burocrazia. ‘Dopo 45 anni di cause e scartoffie per un presunto problema che non dovrebbe esistere – ha spiegato Zaia – l’ufficio complicazione affari semplici ha colpito di nuovo. Ricorriamo convinti delle nostre buone ragioni contro una rideterminazione di confini da parte dell’Agenzia del Territorio che disattende anche il famoso Decreto Pertini del 1982 e il solenne Protocollo d’Intesa siglato nel 2002 tra Regione Veneto, Provincia Autonoma di Trento e i Comuni interessati. Sia chiaro a tutti che della Marmolada non è fregato a nessuno finchè non sono arrivati gli impianti e le piste. Sono un inguaribile ottimista e spero si possa aprire una nuova fase di dialogo con gli amici trentini, come fu nel 2002. Certo è che, se si tratta di una questione di business, un accordo non si troverà mai, se invece ragioniamo di storia e identità, lo si trova subito. La partita non è chiusa, e la mozione in discussione oggi, che mi auguro sia votata all’unanimità, non è aria fritta, ma l’avvio della difesa dei diritti dei veneti e dei bellunesi’.

 

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