Il tema vaccini tiene banco anche in Veneto ed il Governatore Luca Zaia ha annunciato che non presenterà ricorso come hanno annunciato alcune altre Regioni. ‘E’ una questione di coerenza – ha dichiarato Zaia , che lancia una proposta al governo  – Si adotti il modello veneto da Nord a Sud».

Le dichiarazioni apparse oggi su Il Gazzettino, hanno fatto reagire immediatamente il Pd veneto con a capo Graziano Azzalin, che accusa il presidente della Regione di fare propaganda sulla salute dei bambini e di ‘andare a braccetto con i no vax’

“Lo stop all’obbligo vaccinale è una follia e Zaia propone al Governo di adottare il modello veneto, che in realtà è stato fallimentare”. Dice il consigliere del Partito Democratico Graziano Azzalin commentando le dichiarazioni del presidente della Giunta a proposito della retromarcia decisa da Palazzo Chigi.

“Si tratta di un pericolosissimo passo indietro che mette a rischio la salute pubblica, perciò mi schiero con quelle Regioni che hanno deciso di presentare il ricorso. Zaia, invece, rovescia la realtà. È un no vax mascherato. Il Veneto non è affatto un esempio da seguire: la sospensione non ha raggiunto i risultati attesi. Lo dicono le più prestigiose riviste scientifiche mondiali (Nature, The Lancet), che hanno pubblicato articoli in cui si fa riferimento alla legge 7/2007 del Veneto come esperimento pilota che non ha funzionato. Probabilmente Zaia ha altre letture di riferimento, ma potrebbe dare un occhio a quello che scrivono i suoi Uffici regionali – prosegue Azzalin dati alla mano – Nei cinque anni precedenti la sospensione dell’obbligo, in Veneto il tasso medio di copertura sfiorava il 98%, tre punti sopra la soglia di sicurezza, che la scienza medica fissa al 95%. Dopo è immediatamente cominciata la discesa, arrivando 91,3% nel giro di cinque anni. In seguito c’è stata una lieve risalita al 92,6%, senza tuttavia recuperare il terreno perduto. Anche i numeri sul rifiuto ‘ideologico’ testimoniano il fallimento della legge regionale 7/2007: i cosiddetti No-Vax sono quasi raddoppiati, passando dall’1,9% al 3,7%, con un picco massimo del 6,4% per i bambini nati nel 2013. Sul piano del riequilibrio territoriale, dopo dieci anni di applicazione della legge 7/2007, i problemi sono peggiorati: il tasso di copertura del 2008 per la vaccinazione obbligatoria anti poliomielite oscillava tra il 100% dell’ex Ulss 19 (Adria) e l’88,6% dell’ex Uss 3 (Bassano); l’ultimo dato disponibile sui rifiuti definitivi delle vaccinazioni registra l’1,5% di No-Vax nell’Ulss 5 Polesana (che comprende Adria) e il 7,9% nell’ULSS 7 Pedemontana (di cui fa parte Bassano)”

“È evidente – continua Azzalin – che sia stata la legge Lorenzin a dare un impulso al recupero di coperture per le coorti di nascita più recenti, che rischiavano di essere sanzionate con l’esclusione dagli asili nido e dalle scuole dell’infanzia. Non sembra un caso che il recupero di coperture per il morbillo, per la prima volta obbligatorio dal 2017, sia circa il triplo rispetto alla poliomielite, vaccino obbligatorio ‘storico’”.

“Per difendere il modello veneto, strizzando l’occhio ai No Vax, Zaia prende i dati che più gli fanno comodo: sostiene che come noi fanno 15 Paesi europei su 28, tra cui Germania, Gran Bretagna, Spagna. Non dice però che in Inghilterra e Portogallo l’obbligo è stato abolito, ma ogni scuola può liberamente decidere di rifiutare l’iscrizione di un alunno non vaccinato. Il governatore poi, come il ministro Fontana, si traveste da immunologo e dice che dieci vaccini per un bambino sono troppi! In realtà la scienza medica ha calcolato che un bimbo sarebbe in grado di rispondere in tutta sicurezza a più di diecimila antigeni somministrati con un’unica soluzione, mentre oggi con i moderni vaccini se ne somministrano meno di duecento. A ciascuno il suo mestiere – conclude il consigliere dem – Zaia faccia propaganda su materie ‘indolori’, evitando di mettere in pericolo la salute dei bambini e in particolare di quelli più fragili”.

di Redazione AltovicentinOnline

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