Nei giorni scorsi, la statua in marmo dedicata alla Tessitrice, già collocata presso il Lanificio Conte nella Sala Turbine è stata spostata a Palazzo Fogazzaro.
L’opera, commissionata nel 1870 da Giovanni Rossi, per settemila lire, all’artista Antonio Tantardini di Milano, rappresenta “l’Industria” della tessitura, nella figura di una giovane donna con una navetta nella mano destra. Il forte simbolismo dell’opera ha il chiaro intento di celebrare l’antica arte della tessitura, riprendendo simili raffigurazioni classiche (Penelope, Calipso…), medievali e rinascimentali di figure femminili dedite all’arte della lana. Anticamente fu collocata nell’atrio del villino Rossi in via Maraschin (oggi di proprietà demaniale) e successivamente anche nel Palazzo dell’Intendenza di Finanza di Vicenza.
L’esaltazione dell’arte della lana è un tema ricorrente nelle opere scultoree volute dai Rossi, basti pensare al celebre Monumento al Tessitore di Piazza Rossi (G. Monteverde 1879), alle formelle che decorano la facciata dell’opificio Francesco Rossi di via Pasubio, nonché alla ricca statuaria del Giardino Jacquard. La Tessitrice non va confusa con la Filatrice detta “La Berta che filava“ (Augusto Benvenuti, 1883 circa) statua in bronzo commissionata da A. Rossi per il giardino della villa del Barone Rossi di via Tessitori. L’opera trovò in seguito collocazione nella Villa Rossi di Santorso, prima di essere spostata a Schio. Trafugata da ignoti negli anni ’50, ne rimane il solo basamento in pietra vicino all’ingresso pedonale della villa in via Tessitori.
“La nuova collocazione valorizza sicuramente di più la statua” spiega l’asssessore ai Giovani Barbara Corzato che ha promosso il “trasloco” della fanciulla in marmo “tantopiù che con i lavori in corso nella Sala Turbine questa assumerà una fisionomia ancora più tecnica e poco consona a reperti di questo tipo”.