Dopo alcuni giorni di indagini, gli agenti della Polizia Locale hanno rintracciato ed identificato i due giovani nordafricani, che due domeniche fa, avevano urinato al Parco del Donatore, davanti ai bambini intenti a giocare. Si tratta di un 21enne e di un 22enne, entrambi richiedenti asilo e residenti a Zugliano. Un terzo uomo, di 45 anni, residente a Schio, anche lui richiedente asilo, è stato invitato negli uffici della caserma di via Rasa perchè segnalato da diversi avventori del noto ‘polmone verde’ thienese perchè spesso ubriaco.
A loro i poliziotti del Comandante Giovanni Scarpellini sono arrivati dopo l’allarme lanciato da Tiziana Busato, che si trovava al parco ed ha assistito alla scena. Aveva raccontato ai vigili quanto accaduto, sbigottita dal modo di fare di quei due giovani di colore che si erano abbassati i pantaloni non curanti dei ragazzini che in pieno giorno, stavano giocando.
giovanni scarpellini_4‘Quando abbiamo parlato loro, facendo capire che avevano messo in atto un comportamento sbagliato è stato come se scendessero dalle nuvole – ha spiegato stamattina Scarpellini – ci siamo trovati dinanzi a due giovani con cui era quasi impossibile instaurare un dialogo perchè parlavano solo inglese. Con l’aiuto dell’interprete, abbiamo detto loro che non si urina in luogo pubblico, ma per loro quel richiamo era qualcosa di incomprensibile. Era come se non avessero fatto niente di male’.

Intervenuto anche il Consiglio di Quartiere

 

Il consiglio di quartiere , in questi giorni, aveva sollecitato l’intervento della Polizia Locale e lo stesso presidente Maurizio Dal santo aveva parlato con Scarpellini per denunciare il bivacco di alcuni ragazzi, incapaci di rispettare le regole.

‘Abbiamo rintracciato anche lo scledense nordafricano che ci era stato descritto dettagliatamente perchè si ubriacava sulle panchine lasciando le bottigle all’interno del parco – ha concluso Scarpellini – anche in questo caso, ci siamo ritrovati dinanzi ad un uomo che ci ha candidamente detto di non sapere che non si potesse fare. Gli abbiamo anche fatto vedere il cartello, dove è chiaramente scritto come non ci si debba comportare all’interno di un’area pubblica, ma ci ha persino risposto che non conoscendo la lingua italiana, quel cartello non poteva nemmeno leggerlo. Speriamo che almeno abbiano capito la lezione e che questi comportamenti incivili non si ripetano mai piĂ¹’.
N.B.

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