Ha cominciato a scattare foto nel giardino di casa a Thiene, sul Summano e con gli amici della scuola sviluppando la passione per le fotografie e per la natura. Dopo aver girato il mondo per studiare le lingue, Elena Munarini, 25 anni di Thiene, ha abbandonato le spiagge della California e del Sud America e si è stabilita a Tromsø, in Norvegia, sotto il cielo boreale, dove è diventata una fotografa specializzata in aurore boreali. Vita normale di giorno, nel dipartimento di ‘Pace’ dell’università, atmosfera da sogno la notte, quando il sole del nord tramonta e lascia posto alle fiamme di luce di tutti i colori, che invadono il cielo trasformandolo in una girandola mozzafiato. Vita stressante in mezzo agli orsi polari? “Quando mai… Mi sembra di vivere in un sogno”.
Elena, sei nata a Thiene e hai studiato a Brescia. Che cosa ci fai a Tromsø, in pratica al confine con il Polo Nord?
È dal 2013 che viaggio per il mondo fermandomi in posti per lavorare o studiare. Prima nel turismo in Egitto, poi a Monaco di Baviera per approfondire il tedesco, a Kiel in Erasmus e in California per scrivere la mia tesi della triennale. Studiavo 11 ore al giorno e mi ero ripromessa di prendermi una bella pausa dopo la laurea. Però alla fine ho elaborato un ‘piano B’, cercando una università per fare il master in una città di montagna, immersa nella natura, tra freddo e neve. Peripezie a parte, alla fine ho scelto Relazioni Internazionali a Tromsø.
Quando ci sei arrivata?
Sono approdata nell’artico nell’agosto del 2017. Dopo la laurea volevo andare al freddo, perché amo l’inverno e la neve. Sono andata in Patagonia dopo la laurea per staccare dagli studi, lavoravo in cambio di vitto e alloggio. Mentre ero in un ranch che facevo la guida ho ricevuto l’avviso che mi avevano accettata a Tromsø. Amavo la vita immersa nella natura selvaggia dell’Argentina del sud e del Cile. Ma sapevo di dover tornare alla civiltà e smetterla di fare la nomade.
L’Artico ti pare simbolo di ‘normalità’ e vita di tutti i giorni?
Per me lo è diventato. Ho trovato casa a Tromsø e ora frequento l’università. Il mio obiettivo vero però era cercare un lavoro che avesse a che fare con la natura e sperare che questo posto potesse diventare casa, dato che da anni cercavo un posto in cui fermarmi a vivere.
E che lavoro fai a Tromsø? Da qui, uno si immagina che o fai il pescatore di salmoni o la cassiera al supermercato…
Invece ho trovato un lavoro meraviglioso. Faccio la guida per la caccia alle aurore boreali con la compagnia NorthernShots. Dopo un intenso mese di training a novembre, a dicembre ho iniziato a lavorare come guida e fotografa per le aurore boreale. Un lavoro e un’esperienza di vita strepitosi.
Come fai a conciliare lavoro, studio, lingua e la vita di una ragazza di 25 anni cresciuta in città?
Conciliare università, lavoro a tempo pieno, corso di norvegese e vita sociale non è per nulla semplice. A dicembre (altissima stagione) si lavora tutti i giorni, con poche ore libere qua e là durante la settimana. Solitamente una guida ha un bus con circa 45-50 persone a bordo, aiutato da un assistente. A dicembre avevamo dai 3 ai 5 bus a notte che partivano, quindi è stato abbastanza impegnativo per tutti noi. Siamo l’unica compagnia che offre guide in italiano, perché gli italiani non parlano quasi mai inglese e hanno bisogno di guide apposta per loro.
Ci sono altri italiani a Tromsø?
Gli italiani a Tromsø sono un numero considerevole e anche i turisti provenienti dal nostro paese sono in crescita esponenziale. Sono ancora sbalordita da quanti ne arrivano, talvolta abbiamo due o tre bus pieni di soli italiani. È incredibile. Diciamo che questo fattore mi fa sentire sempre a casa, anche se c’è da dire che i turisti italiani sono i più complicati da gestire, poiché hanno spesso bisogno di sentirsi coccolati più degli altri.
Come si caccia un’aurora boreale? Sembra quasi irreale, un’operazione da ghost busters…
Servono fondamentalmente tre cose: avere un ambiente scuro (natura selvaggia), cielo sereno (senza nuvole) e attività solare. Poi spieghiamo i possibili e svariati colori delle aurore e alcune storie e leggende collegate alle aurore e diamo lezioni di fotografia, perché non è facile catturare le luci e i colori. La scelta del posto dove fermarci dipende completamente dal fattore meteo. Noi cacciamo il cielo sereno più che le aurore. Quindi conosciamo numerosi posti in cui poterci fermare in un’area estremamente vasta, per un diametro complessivo di circa 250km, talvolta ci si spinge fino al confine con la Finlandia. Le aurore appaiono quando vogliono.
A che ora finisci di lavorare? E poi vai all’università?
Se ci va bene finiamo alle 3 di notte ma se abbiamo più lavoro possiamo anche finire alle 4.30/-5 di mattino. Per questo dico che è difficile conciliare lavoro, università, corso di norvegese e vita sociale.
Che cosa ti emoziona di più davanti a questi spettacoli?
L’emozione di stare al freddo a -18° C e ammirare questo spettacolo è impagabile. Spesso penso ‘sono sotto lo stesso cielo dei miei famigliari e amici ma io posso vedere questa meraviglia in più’ e poi ‘sebbene so cosa sia l’aurora e da dove venga, ancora non riesco a capire come sia possibile una cosa così sbalorditiva’. Ogni volta mi incanto a guardare il cielo e quando arrivano le ‘aurore bomba’ con tutto il verde, bianco e rosa accesi, perdo il fiato per l’emozione. È una sensazione che non riesco a ritrovare in nulla d’altro. Sono fenomeni imprevedibili, indescrivibili, che ti travolgono. Resti lì, con la bocca spalancata, ad ammirare questa luce che danza armoniosa.
Hai un fidanzato? Condivide questa esperienza con te?
Vive qui a Tromsø e devo dire che avere anche la fortuna di condividere molte notti sotto l’aurora con la mia dolce metà è una delle sensazioni più belle. È uno spettacolo privato solo per i nostri occhi e cuori.
Ti capita mai di stancarti e dire ‘adesso basta’ torno a Thiene?
Mi capitano giorni ‘no’. Quando succede, cammino per le strade della città e cerco sempre nel cielo se riesco a scorgere qualche aurorina, anche se bisogna sapere che dalla città si vedono dal 30% al 40% in meno a causa dell’inquinamento luminoso. Per il momento, non mi muovo da qui, se non per vacanza.
Come si vive a Tromsø?
La vita è abbastanza cara. Se si vive e lavora qui non è esagerato, perchè gli stipendi sono più alti, ma se si viene come turisti bisogna calcolare un bel budget. Tromsø è una città ‘cosy’, è grande ma piccola. Un’isoletta nell’artico, circondata dal nulla, con un cuore vivo e pulsante. In inverno, durante la notte polare, ogni finestra di ogni casa ha una candela, una lucetta o stella di Natale illuminata, proprio per dare questo senso di calore in questi due mesi di buio.
Non ti manca il mondo? Hai viaggiato tanto, ti basta il tuo angolino nell’artico?
Qui l’atmosfera è così internazionale che non mi sento esclusa o unica straniera in mezzo a norvegesi.
Il 90% dei norvegesi parla benissimo in inglese. Durante i primi mesi qui a Tromsø, potendo comunicare solo in inglese, incontravo persone anziane che parlavano inglese bene come me. Incredibile, in Italia non è immaginabile.
E il norvegese?
Essendo linguista e appassionata di lingue sto imparando il norvegese grazie ad un corso di lingua gratuito offerto dall’università. Quando vado a fare compere, cerco di parlare sempre e solo norvegese, quando devo fare discorsi più seri e complicati, parlo in inglese. Ma se non sapessi parlare tedesco, questa lingua sarebbe molto difficile da imparare. Inizialmente, appena arrivata nell’artico, pensavo parlassero tutti cinese. Non lo dico come modo di dire, l’intonazione assomiglia tanto a una lingua asiatica. Il ritmo, l’accento e l’intonazione sono assolutamente bizzarri, sembra che cantino quando parlano.
Che cosa studi?
‘Peace and conflict transformation’, principalmente studi della pace con vari approcci antropologici, filosofici, psicologici, di relazioni internazionali e dei diritti umani. La struttura e organizzazione universitaria è straordinaria: il mio dipartimento è l’unico piccolo edificio nel campus addetto solo agli studi della pace. Fuori c’è una statua di Ghandi che ‘ci osserva’. Ogni studente ha una sua scrivania, che può ‘ornare’ e per l’università si gira con le ciabatte (o con calzettoni di lana grossa) e con tazze di tè/caffè alla mano. La biblioteca ha cucina e salotto, insomma ci si può vivere.
Quando studi ‘pace’, che cosa ti fanno fare a scuola?
Il dipartimento di pace promuove anche attività di classe per assicurare serenità e felicità tra gli studenti. Quindi organizza feste, cene o attività extra curriculari solo per la classe (solo sotto nostra scelta e decisione), qualora ne avessimo bisogno. A inizio semestre, per farci fare gruppo, ci hanno mandato per tre giorni in un’isola a cinquanta minuti di battello da Tromsø, dandoci quattro case in legno a disposizione, cibo, sauna finlandese e un barchino per andare a pescare, il tutto finanziato dal dipartimento.
Non ti arrabbi mai?
Impossibile. All’università la vita è uno spasso e il quotidiano è estremamente tranquillo. La sera sono immersa nella natura, tra colori e luci incredibili. Altro che arrabbiarmi, mi sembra di vivere in un sogno.
Anna Bianchini