Quando si dice che bisogna stare attenti a quello che si scrive su facebook….
Un 42enne di Zanè subirà il processo con l’accusa di diffamazione aggravata ai danni del pastificio Mondin, attaccato ingiustamente nel 2016, in seguito alla polemica scatenata dopo la sagra dell’Arna. Come si ricorderà, circa 80 persone andarono via dalla festa con sintomi di intossicazione, dovuti a del ragù, che secondo le indagini svolte dall’Ulss, non era di qualità. Una piccola quantità di condimento che provocò malessere e che scatenò l’ira dei partecipanti alla festa di paese con discussioni-fiume sui social network.
Centinaia di commenti, tra i quali quello dell’imputato che scrisse su facebook: ‘E’ tutto da vedere se è colpa del ragù!Si vocifera da un pezzo che la pasta è di una ditta che utilizza farina cinese e uova marce’. Un post, che ha indotto i titolari del pastificio a denunciare tutto in Procura, dato che i fornitori della pasta erano proprio loro.
Un commento che potrebbe costare caro al 42enne anche alla luce del fatto che le analisi di laboratorio dei medici dell’Ulss scagionavano il prodotto artigianale, trovando le cause dell’intossicazione in quel ragù d’arna e non nei bigoli. Il post insomma, avrebbe leso l’immagine del pastificio, che ora vuole essere risarcito da chi ne avrebbe scalfito l’immagine.
Attenzione alle conseguenze dei vostri post
Agli utenti del web capita sempre più spesso di usare Facebook o altri social come un luogo dove sfogare la propria rabbia , come se si stesse parlando da soli con degli amici. In realtà usare Facebook per scrivere proprie cose o commentare quelle di altri significa essere in piazza con tutto quello che ne consegue, anche se si parla su un gruppo chiuso ma di cui non si conoscono personalmente tutte le persone iscritte. E’ di ieri la notizia riportata da Il Gazzettino, infatti, di una mamma che si era lamentata della pediatra dell’asl a cui era stata affidata il figlio si è ritrovata con il bimbo cancellato dal liste della stessa dottoressa.
La donna in particolare aveva utilizzato un gruppo chiuso su Facebook dove si parla della sua città per condividere le proprie preoccupazioni sulla dottoressa con altri utenti del web, soprattutto con altri genitori, lamentandosi della scarsa presenza della pediatra. Ha dimenticato però che il gruppo conta migliaia di iscritti e qualcuno, se non la stessa dottoressa, ha letto tutto. Il medico si è risentito per le contestazioni e ha deciso di cancellare il bambino della donna dalla lista dei suoi pazienti.
“Venti giorni fa ho espresso un’opinione (su Facebook): ho detto che non sono riuscita a parlare direttamente con il medico, in tre settimane ho parlato con due sostituti e una segretaria”, ha raccontato la mamma al giornale, aggiungendo: “Poi mi è arrivata la lettera. Ho telefonato, un responsabile dell’Usl 2 mi ha riferito che la dottoressa ha deciso di non seguirmi più a causa di un mio post”. Nulla di strano visto che è una possibilità prevista del contratto nazionale dei medici, come ha sottolineato il direttore generale dell’Usl 2, Francesco Benazzi: “Quello tra medico e paziente è un rapporto fiduciario. Come un paziente, se non ha più fiducia, può cambiare medico, così anche il medico può ricusare il paziente”
di Redazione Altovicentinonline