Non si placa il polverone dopo la notizia degli atti di bullismo alle ‘medie’ di Zanè, ma dopo l’articolo che ha fatto scoppiare il caso a livello mediatico, sono saltati fuori altri casi. Ci sarebbero più bulli, a quanto pare e ci sarebbe una spaccatura tra genitori che hanno voglia di raccontare quello che giudicano grave e da ‘perseguire’ e quelli che preferiscono tacere. L’allarme è scattato lo scorso anno, con lettere e segnalazioni di padri e madri che parlavano di atti come l’abbassare i pantaloni e lo schernire i compagni, talvolta costringendoli a recarsi fuori in cortile, lontani dagli occhi degli insegnanti.
La vicenda a quanto pare, era di dominio pubblico da tempo e anche l’amministrazione comunale ne era venuta a conoscenza durante le vacanze natalizie, tramite lo sfogo raccolto dall’assessore all’istruzione da parte di alcuni genitori. Qualcuno aveva persino pensato di andare dai carabinieri.
Una circostanza fortuita, durante una manifestazione pubblica, dove alcuni genitori si erano rivolti a Silvia Carollo, raccontandole di quegli episodi di bullismo, iniziati nella primavera dello scorso anno, ed emersi pochi mesi fa tramite il lavoro di una psicologa, durante alcune lezioni sull’affettività.
“Ho riferito immediatamente al sindaco Roberto Berti – spiega l’assessore Carollo – E subito abbiamo contattato la preside che ci ha fornito la sua versione dei fatti, spiegandoci che non aveva preso decisioni drastiche, perché la scuola doveva ancora valutare completamente i vari episodi”.
Due versioni, quella dei genitori e quella della preside, messe a confronto che mostravano delle discrepanze, come spiega sempre l’assessore all’istruzione: “ Ci eravamo preoccupati, ma secondo la preside, gli episodi non avevano una tale portata di gravità, tali da chiedere l’intervento delle autorità”.
Non solo. Nella telefonata intercorsa tra la preside ed il primo cittadino di Zanè, la rassicurazione che prontamente la scuola si sarebbe attivata: “Dopo avere appreso dei presunti atti di bullismo, mi era stato assicurato che sarebbe stato avviato il percorso educativo – spiega Berti”. Offrendo disponibilità di risorse come precisa Carollo: “Oltre a dare la nostra disponibilità per serate di sensibilizzazione, come abbiamo fatto in passato, possiamo anche finanziare i percorsi che la scuola intende fare, se mancano i fondi”.
Questo quanto l’amministrazione comunale ha fatto, dopo avere raccolto le voci di quei genitori preoccupati e con l’ansia di accompagnare i propri figli a scuola.
Un coro di voci che, oltre all’ansia, si è fatto carico di rabbia, per quel segnale che tarda ad arrivare dalla scuola. Coi giorni che diventano mesi, scorrendo senza che loro vedano un fatto concreto, come hanno dichiarato al nostro giornale: “Nessun segnale forte, nemmeno quel percorso educativo che a dicembre ci aveva garantito, con la paura delle vittime rimasta inascoltata ed il bullo libero, col rischio di farla franca”.
L’ultimo contatto tra scuola e comune, dopo la pubblicazione del nostro articolo: “Abbiamo sentito la preside e nel giro di pochi giorni manderà una comunicazione con le proprie intenzioni – concludono gli amministratori”.
Un ennesimo foglio, che si va a sommare a quelli già intercorsi tra scuola e genitori negli ultimi mesi, con le famiglie che che si trovano a vivere un distacco con l’istituto scolastico, chiamato a formare i loro ragazzi, in un’età transitoria quanto mai delicata. Genitori che si sono appellati al nostro giornale, stremati dalla preoccupazione, ma determinati a non fare passare il messaggio che chi si comporta male possa passarla liscia.
Paola Viero