Alle 20, il Fonato era già pieno. Pieno di volti amareggiati, di vittime di una vicenda in continua evoluzione, tra bugie e verità che si fa fatica a fare emergere. Di persone smarrite che hanno perso tutto con la Banca Popolare di Vicenza o Veneto Banca e non sanno ancora dove voltarsi. Da dove ricominciare. Un successo di pubblico la serata organizzata dal Comune di Thiene, nella persona del consigliere Marco Rigon “Come fidarsi della Banca?”.
Un incontro dibattito coraggioso, che ha affrontato la spinosa vicenda del crac della Bpvi e dell’esercito di soci, che ieri, non sono voluti mancare. Per ascoltare, per esserci soprattutto e per capire cosa sta accadendo. Quali strumenti legali adottare e come reagire a quel peso schiacciante del dolore per aver perso i risparmi di una vita e racimolati con sacrificio. Di una sofferenza che deriva da quell’essere stati come ingannati da chi era un punto fermo, da chi vedevi come una colonna portante che mai avresti sospettato potesse invece, essere così poco solido da sgretolarsi: altrimenti non gli avresti affidato tutto quello che avevi.
La serata si è aperta con il benvenuto del consigliere Marco Rigon che ha portato il saluto del sindaco Giovanni Casarotto, impossibilitato ad essere presente per via di un’influenza. Presenti, oltre a Rigon e al consigliere del Movimento 5 Stelle Alessia Gamba, l’assessore Andrea Zorzan e Maurizio Fanton, che hanno voluto metterci la faccia e la presenza ad una ‘serata scomoda’, dove quanto emerso ha fatto venire i brividi in sala. Qualcosa che si fa ancora fatica ad accettare e che poca stampa ‘vivace’ ha il coraggio di raccontare, al prezzo di perdere sponsor e beccarsi querele da un milione di euro. Come quella che Gianni Zonin, indagato numero 1 nell’inchiesta sulla Bpvi ha fatto al direttore di VicenzaPiù Giovanni Coviello, autore del libro arrivato alla seconda ristampa ‘Vicenza.La città sbancata’ . Un caso emblematico di quanto, in certi territori che per omertà fanno un baffo a Sicilia e Calabria messe insieme, raccontare la verità costi caro. Simbolo di come rivelare i particolari degli intrecci tra imprenditoria, stampa e banche sia ostico in un territorio dove lo sforzo pare sia quello di fare apparire che tutto vada bene e tutto funziona bene. Ci vuole pelo sullo stomaco.
‘Ma io andrò avanti – ha detto Coviello – non mi faccio intimidire, da chi vuole ingessarmi le dita che continuerò a fare battere sulla tastiera del mio pc. Sto già preparando un altro libro per illustrare il malaffare della fondazione Roi’
Quindi, la parola è passata ad Elena Bertorelli, de La Casa del Consumatore, che sta seguendo le sorti legali di moltissimi azionisti di Bpvi dell’Altovicentino. ‘Le storie nella quali ci stiamo imbattendo sono terribili e sono provata da alcuni racconti drammatici. Tragedie che hanno toccato tutte le fasce d’età e che hanno portato a molti suicidi, come quello più recente di un uomo di 44 anni di Schio, che l’ha fatta finita. Non ha retto anche perchè aveva una madre anziana ed una sorella disabile, che ora sono rimaste sole e senza nessuno che si occupi di loro.
Circa la recente proposta di contrattazione da parte della Bpvi, cioè 9 euro ad azione in cambio del ritiro del contenzioso, Elena Bertorelli ha parlato di scelta individuale, offrendo sostegno a chi ne fosse interessato.
Ha spiegato invece il perchè si tratta di una proposta indecente l’avvocato Andrea Arman, del comitato Don Torta, reduce da un incontro padovano dove si è confrontato con i vertici di Bpvi disposti al dialogo. ‘Spero che non si cada nella trappola di questa proposta. Voglio dire agli azionisti presenti in sala – ha detto Arman strappando l’applauso – di non cedere all’ennesimo inganno. Questo tipo di tentativo è una sorta di ammissione di responsabilità, che deve farci capire che adesso, dobbiamo decidere noi. Basta riverenza e soggezione nei confronti di certi personaggi di cui i veneti devono smettere di avere quella sorta di timore che li blocca e li condiziona nell’alzare la voce e battersi per quanto spetta loro di diritto. Basta inganni e basta a cadere nella rete di quella disinformazione che sta alla base del raggiro subito in passato. Adesso dobbiamo apriore gli occhi e stare uniti per combattere in nome di una verità che ci spetta di diritto conoscere’.
Natalia Bandiera